I dieci segreti

Migliore Cantina Lombarda dell’anno e 4 VITI per il blanc de noir Lucrezia Etichetta Nera:
i premi assegnati dall’AIS (Associazione Italiana Sommelier) a Castello Bonomi,
si aggiungono a una lunga lista di prestigiosi riconoscimenti per i nostri Franciacorta.
Risultati conquistati grazie a precise scelte colturali e di cantina.
Una qualità che racchiude almeno dieci segreti, di cui andiamo fieri.
Il calcare magico
del Monte Orfano
Le tenute di Castello Bonomi
sono collocate sulle pendici meridionali
del Monte Orfano, in una delle sette
unità vocazionali della Franciacorta.
L’eccezionale conglomerato calcareo
di questa zona, gessoso, friabile
e ricco di sali minerali, è il terreno ideale
per una viticoltura di altissima qualità.
La generosità
di un’oasi microclimatica
Il Monte Orfano ripara i vigneti
di Castello Bonomi dai venti alpini.
L’esposizione a sud in pendio regala
un perfetto irraggiamento solare,
con una piovosità inferiore del 20%
rispetto alle altre zone della Franciacorta.
Quasi un’oasi mediterranea, confermata
dalla crescita di rigogliose piante di cappero
sulle mura del castello!
Il carattere riscoperto
del territorio
A Castello Bonomi la viticoltura valorizza
la tradizione viticola locale. Lo testimonia lo
straordinario CruPerdu, il cui nome è dedicato
al “vigneto perduto” riscoperto nel 1986
dallo chef de cave Luigi Bersini
e dalle cui vecchie vigne è prodotto il Pinot Nero
che dà inconfondibile carattere
al nostro prezioso Franciacorta.
La viticoltura ragionata
di Casa Paladin
Il Franciacorta di Castello Bonomi
esprime la filosofia di Casa Paladin,
l’azienda madre che opera secondo i principi
della viticoltura ragionata: un approccio
agronomico olistico e sostenibile,
geo-localizzato, che rispetta gli ecosistemi
ed esalta le peculiarità dei territori.
Un metodo all’avanguardia, che riscopre
in modo innovativo l’antico rapporto
tra l’uomo e la natura.
La coltivazione
plant to plant
Un mosaico di cru in 24 ettari,
accoglie vigneti posti fino a 275 metri di altezza,
con una densità di 5/6 mila piante per ettaro,
bassa resa produttiva e intensa passione dedicata
a ogni singola pianta, coltivata secondo criteri
di precision farming: per esprimerne al meglio
quelle potenzialità che dipendono da minime
variazioni di terreno, esposizione solare, altimetria.
La vendemmia
differenziata
Per il favorevole microclima di questo territorio,
la vendemmia a Castello Bonomi è di norma
anticipata rispetto alle altre zone della
Franciacorta. È rigorosamente manuale
e si svolge nell’arco di più giorni, per consentire
a ogni pianta di ogni parcella di raggiungere
la sua piena “maturità tecnologica”: il perfetto
equilibrio tra gli zuccheri e l’acidità delle uve.
I doni
del “mosto fiore”
La vinificazione del Franciacorta
di Castello Bonomi comincia
da un processo tecnologicamente avanzato
di pressatura morbida del “mosto fiore”:
la polpa più ricca e soave, il cuore dell’acino
più lontana dalla buccia e dai vinaccioli.
Solo il 50% dell’uva, già prodotta in bassa resa,
diventa mosto e solo così è possibile garantire
fin dall’inizio una qualità impeccabile
del prodotto finale.
Una purezza
senza compromessi
La purezza perseguita in vigna, accompagna
anche il processo di vinificazione.
L’assemblaggio (cuvée) dei vini, al fine di
ottenere gli equilibri desiderati, esclude vins de
reserve, e le basi sono attentamente selezionate
cru per cru. Il liquer de expedition impiegato
per reintegrare il vino perduto nella sboccatura
e conferire il carattere dello spumante, include
rigorosamente solo vino della stessa qualità.
La longevità
conquistata nell’attesa
I Franciacorta di Castello Bonomi sfidano il tempo:
la loro eccellenza è conseguita con tempi
di rifermentazione in bottiglia e di riposo dopo
la sboccatura, che superano quelli previsti dal già
rigido disciplinare della Franciacorta.
Castello Bonomi è orgogliosa di certificare
per 10 anni tutti i suoi Franciacorta e indicare in
retroetichetta la data di sboccatura (dègorgement).
Il coraggio delle sfide:
la valorizzazione del Pinot Nero
Castello Bonomi si distingue da sempre
per le scelte enologiche in controtendenza.
In particolare, è stata tra le prime aziende
in Franciacorta a puntare al 100% sul Pinot Nero.
La capacità di “addomesticare” l’enfant terrible
dell’enologia ha portato a risultati straordinari:
uno fra tutti il super premiato blanc de noir
Lucrezia Etichetta Nera, ottenuto in purezza
da uve di Pinot Nero.