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  • Vini d’Italia 2021- Gambero Rosso

    Quella dei Paladin è una famiglia veneta con possedimenti in Friuli e in Toscana ai quali, ormai da qualche anno, si somma Castello Bonomi, ai piedi del Monte Orfano, in Franciacorta. L’azienda prende il nome dalla villa liberty all’ingresso della tenuta. I fratello Carlo e Roberto realizzano qui, su terreni calcarei, vini di grande espressività e longevità, grazie anche all’apporto del pinot nero che trova su questi suoli il suo habitat ideale. Il Dosage Zèro’11 si è imposto perentoriamente nelle nostre degustazioni finali riportando l’alloro dei Tre Bicchieri in casa Bonomi, anzi, Paladin. Questa cuvèe paritaria di Chardonnay e Pinot Nero lungamente maturata sui lieviti ha sfoderato grande grinta ed altrettanta eleganza, nella sua complessità di note fumè e minerali che non hanno sacrificato la nitidezza dei toni fruttati coloriti d’agrume che gli assicurano oltre alla profondità una piacevolissima beva. Il Satèn ’14 è tra i migliori in assoluto.

  • Slow Wine 2018

    VITA – Il castello Bonomi, costruito a fine Ottocento in stile liberty, si staglia tra i vigneti di questa azienda, dal 2008 di proprietà dei Paladin. Siamo alle pendici del monte Orfano, una delle zone più belle di Franciacorta, tra vigneti ripidissimi e terrazzati, che nei decenni scorsi erano stati abbandonati per le difficoltà di lavorazione. Oggi sono rinati, grazie a uno staff tecnico di grande competenza e all’impeccabile direzione di Luigi Bersini, in azienda dal 1985.

    VIGNE – I vigneti sono in un raggio di 500 metri dalla cantina. Il corpo principale, di 15 ettari, e intorno alla sede, a un’altitudine compresa tra 170 e 220 metri, e comprende il celebre “Cru Perdu”, così chiamato perché era stato abbandonato in quanto ripidissimo (il dislivello è di 50 metri) e difficile da gestire. La vigna più vecchia, allevata a casarsa, risale al 1984 ed è tutta di pinot nero; le parcelle più giovani sono del 2008. Con la vendemmia 2018 terminerà l’iter per la certificazione biologica.

    ll Franciacorta Brut CruPerdu Riserva 2008 – Grande Vino (3.000 bt) ci ha sbalorditi con un naso ricco e complesso, con note di pasticceria e di agrume candito; la bocca è corrispondente, elegante e piena di gusto, dotata di grande slancio e persistenza, come un vero fuoriclasse.

    Il Franciacorta Brut Gran Cuvée (20.000 bt) è pieno di succo e grinta, con uno slancio sapido che richiama un altro sorso.

    ll Franciacorta Brut Rosé (8.000 bt) offre intriganti profumi di frutti rossi ed erbette balsamiche; al palato e corrispondente e di beva piacevole.

  • I Vini d’Italia 2018- Guida L’Espresso

    La crescita in casa Bonomi prosegue: e, con l’aiuto nodale del bel 2008, il Cru Perdu versione lusso si presenta serio e roccioso all’approccio, avvolgente alla beva e assai convincente.

  • Gambero Rosso 2017

    Franciacorta Dosage Zéro 2009: 2 Bicchieri Rossi (in finale per i Tre Bicchieri)

    Franciacorta brut CruPerdu: 2 Bicchieri

    Franciacorta extra brut Cuvée Lucrezia 2006: 2 Bicchieri

    Franciacorta Rosè: 2 Bicchieri

    Franciacorta Satèn: 2 Bicchieri

    Curtefranca Rosso Cordelio 2011: 2 Bicchieri

    “Alcuni anni fa i fratelli Paladin hanno acquisito questa bella azienda ai confini meridionali della Franciacorta, avviandola ad un percorso di eccellenza. Castello Bonomi vanta un importante patrimonio di vigne, 24 ettari per la gran parte terrazzati, ai piedi del Monte Orfano, sui suoli più antichi di questo territorio. Le cuvée di Castello Bonomi vantano in genere una straordinaria longevità. Il Franciacorta Dosage Zéro 2009 ha ben rappresentato la maison nelle degustazioni finali. Ottenuto da una cuvée paritaria di pinot nero e chardonnay, riposa lungamente sui lieviti prima della sboccatura. Ha un colore paglierino brillante e si apre su un naso evoluto e complesso, dove alle note di frutta a polpa bianca succedono sfumature di vaniglia e crosta di pane di bella finezza. Chiude elegante e pieno al palato su toni di frutto ed erbe aromatiche”.

  • VITAE 2017

    Castello Bonomi è a pag. 368.

    “E’ ancora un Pinot Nero quest’anno ad entusiasmarci. Se l’anno scorso era stato un Rosé ad essere premiato, in questa edizione è l’Extra Brut Lucrezia Etichetta Nera 2006 a convincerci per bevibilità, grande incisività e persistenza. A questo splendido vino va anche il massimo riconoscimento della nostra guida, l’ambito Tastevin AIS, che rende onore a tutta l’azienda. A un passo dall’eccellenza si posiziona il Satèn, mentre si conferma una certezza il CruPerdu, etichetta che porta il nome di un vigneto recuperato all’interno di un bosco della proprietà”.

    FRANCIACORTA EXTRA BRUT CUVEE LUCREZIA ETICHETTA NERA 2006: 4 VITI E TASTEVIN AIS

    Paglierino sfavillante, impreziosito da un perlage finissimo e interminabile. L’esordio al naso è fragrante, su note di boulangerie, prima di assestarsi su albicocca e nespola, con delicati ricordi di erbe aromatiche e agrumi. In bocca è sapido e di vivace freschezza, lasciando spazio a un’elegante cremosità. Perfetti l’equilibrio e la corrispondenza gusto-olfattiva, che si ritrova anche nel lungo finale. Sosta per 70 mesi sui propri lieviti e passa un anno in bottiglia dopo la sboccatura. Aragosta in bellavista.

    FRANCIACORTA BRUT SATEN: 4 VITI

    Paglierino brillante, illuminato da bollicine fini e persistenti. Ventaglio olfattivo incentrato su fiori di camelia, camomilla, mela fuji, susina gialla. Accenni di erbe aromatiche, maggiorana e mandorla fresca. Sorso cremoso ed elegante, di buon equilibrio tra l’impianto fresco-sapido e la ricca struttura. Persistente il finale, su ritorni di mandorla e agrumi. Vino base parzialmente maturato in barrique, sosta per 30 mesi sui lieviti. Scampi al vapore profumati agli agrumi.

    FRANCIACORTA BRUT CRUPERDU: 3 VITI

    Paglierino luminoso con riflessi verde oro, dal fine perlage. Nuance delicatamente erbacee e balsamiche, con basilico, coriandolo, fiori di zagara e pesca bianca. Assaggio fresco e diritto, su note sapide e agrumate. Ottima corrispondenza e buona lunghezza. Parziale maturazione in legno, cui seguono 3 anni sui lieviti e uno in bottiglia. Fritto di paranza con verdure.

    FRANCIACORTA DOSAGE ZERO 2009: 3 VITI

    FRANCIACORTA BRUT ROSE’: 3 VITI

    FRANCIACORTA BRUT GRAN CUVEE: 3 VITI

  • Slow Wine 2017

    “La proprietà, che fa capo alla famiglia di vignaioli veneti Paladin, ha saputo mantenere con lungimiranza una continuità nel rispetto del forte radicamento territoriale, in questo aiutata da un patrimonio di vigne ormai consolidato e da uno staff tecnico di prim’ordine.

    Tutti i vigneti sono ubicati attorno alla cantina, sulle pendici meridionali del Monte Orfano. Si registra un deciso orientamento verso pratiche agronomiche rispettose dell’ambiente.

    Raccolta precoce delle uve e lunghi affinamenti sui lieviti per apportare complessità: questo il timbro aziendale, riconoscibile sull’intera gamma. Apre le danze un succoso Franciacorta brut Gran Cuvée, giocato su toni morbidi di pasticceria e frutto giallo, uniti a sapidità rinfrescante. Il Franciacorta brut CruPerdu, ricavato da vigna singola, ha profumi complessi di scorza d’agrume e una lieve carezza ossidativa. Il Franciacorta Dosaggio Zero 2009 ha il timbro maturo dei canditi e delle note di pasticceria, mentre il sorso è pieno e contrastato da buona acidità. Chiudiamo col Franciacorta Extra Brut Lucrezia Etichetta Nera 2006, vero fuoriserie aziendale, da sole uve Pinot Nero: complessità aromatica a non finire e articolazione di sapori notevole”.

  • I Vini di Veronelli 2017

    Castello Bonomi è a pag. 238:

    Franciacorta Extra Brut Lucrezia Etichetta Nera 2006: 94 punti (= Grande Esordio)

    Curtefranca rosso Cordelio 2011: 93 punti

    Franciacorta Dosaggio Zero Millesimato 2009: 92 punti

    Franciacorta Brut Gran Cuvée: 88 punti

    Franciacorta Brut Satèn: 87 punti

    Franciacorta Brut Rosè: 87 punti

    Franciacorta Brut CruPerdu: 86 punti

     

  • Gilbert & Gaillard wine guide 2017

    Extra Brut Lucrezia Etichetta Nera 2006: 93/100

    Brut Rosé: 92/100

    Brut Gran Cuvée: 90/100

    Dosage Zéro Millesimato 2009: 90/100

    Brut CruPerdu: 90/100

  • I Vini d’Italia 2017 – Espresso

    Franciacorta Satén Castello Bonomi

    Pietra bagnata e frutta tropicale, la sostanza e l’accoglienza, e poi un finale che sa “prendere” il palato. Le bolle Bonomi sono in solida crescita!

  • Vini Buoni d’Italia 2017

    Corona e **** stelle: Franciacorta Docg Extra Brut Cuvée Lucrezia Etichetta Nera 2006

    **** stelle: Franciacorta Docg Millesimato Dosage Zéro 2009

    **** stelle: Franciacorta Docg Brut CruPerdu

    **** stelle: Franciacorta Docg Brut Gran Cuvée

    Sulle pendici del Monte Orfano, la tenuta Castello Bonomi prende il nome dall’omonimo edificio liberty, unico Château della Franciacorta, progettato alla fine dell’Ottocento dall’architetto Antonio Tagliaferri. Vigneti terrazzati dove ogni ceppo dà solo pochi grappoli di grandissima qualità coltivati con uve Chardonnay e Pinot Nero. Corona per la Cuvée Lucrezia 2006, che svela un naso di altra dimensione, di materia spessa, con mineralità rocciosa, un tocco di miele e fini tostature. L’assaggio è valorizzato da una splendida bollicina. Appagante il Dosaggio Zero 2009; pulito e piacevole il CruPerdu.

     

  • Il Golosario 2017

    Castello Bonomi è segnalata a pag.785.

    Vino TOP: Franciacorta brut Gran Cuvée.

    Vino PREMIO TOP HUNDRED: Franciacorta Dosage Zéro Millesimato.

  • Bibenda 2017

    Franciacorta extra brut Cuvée Lucrezia Etichetta Nera 2005: 5 GRAPPOLI (TOP!!!)

    Franciacorta Dosage Zéro 2009: 5 GRAPPOLI (TOP!!!)

    Franciacorta brut Satèn: 4 GRAPPOLI

    Franciacorta brut CruPerdu: 4 GRAPPOLI

    Franciacorta brut Gran Cuvée: 4 GRAPPOLI

    Franciacorta brut Rosè: 4 GRAPPOLI

    Curtefranca rosso Cordelio 2011: 4 GRAPPOLI

    Il Monte Orfano è un territorio estremo, in molti sensi: intanto perché segna il confine sud-occidentale della Franciacorta, poi perché la natura dei suoi suoli è diversa e unica rispetto al resto della denominazione, e infine perché gode di un microclima del tutto particolare. Queste tre caratteristiche devono essere tenute sempre a mente quando ci si trova di fronte ai vini di Castello Bonomi, poiché questa realtà franciacortina si attiene scrupolosamente all’interpretazione del terroir, cerca cioè di leggerlo così com’è e di trasferirlo in bottiglia. I Franciacorta della famiglia Paladin sono infatti molto riconoscibili, dato che si discostano dai loro “colleghi” delle zone più blasonate: la loro tipicità è di essere atipici, raccontando un territorio nel territorio, come un vero e proprio cru. E CruPerdu è il nome dell’etichetta simbolo dell’azienda, la cuvée che rende chiara la filosofia della Maison, un vino sempre brillante e di grande finezza. Ma prima di arrivare alle degustazioni bisogna fare una premessa, raccontare una curiosità: proprio dove sorge la cantina, grazie ai terreni gessosi e al clima secco e caldo che può essere definito mediterraneo, crescono spontanee diverse piante di cappero. Rigogliosi, profumatissimi e carichi di frutti questi arbusti sono una fotografia istantanea di Castello Bonomi e della sua unicità. Proprio la salinità dei capperi è un elemento che è possibile riscontrare in tutti i Franciacorta di questa azienda, una salinità profonda, a tratti piccante, minerale sì, ma anche e soprattutto marina. Lucia Paladin, anima dell’azienda, è invero amante incondizionata delle acidità e dello spessore sapido, motivo per il quale ha deciso di investire in Castello Bonomi, convinta che qui avrebbe potuto ottenere il Franciacorta dei suoi sogni. C’è riuscita, vincendo l’Oscar del Vino nel 2014, e ci riesce oggi, con due etichette straordinarie che conquistano i Cinque Grappoli: l’Extra Brut Cuvée Lucrezia Etichetta Nera e il Dosage Zéro. Il primo è un vino che non ha bisogno di presentazioni, una riserva con 9 anni di maturazione sur lie, già Oscar del Vino appunto, che con l’annata 2006 raggiunge l’acme dell’eleganza. Il secondo, annata 2009, è un Non Dosato rigoroso, per certi versi estremo, proprio come il Monte Orfano: è sale liquido. Prorompe al palato, ma non lo aggredisce; merita le attenzioni di un esperto degustatore, ma sa coinvolgere anche il neofita. E’ il Pas Dosé definitivo. Sempre ben centrato il resto della produzione.