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Rosè Wine Blog, dicembre 2015 – Franciacorta Brut Rosè Castello Bonomi

Vecchio, ma sempre attuale, discorso, ma di che colore dev’essere un metodo classico rosè? Quale dev’essere la tonalità, la sfumatura, l’intensità del colore che ammiriamo nel bicchiere e che costituisce il primo elemento di attrazione del vino esercita sul nostro sguardo?

In Franciacorta, dove i disciplinare di produzione prevede che si possano produrre Rosè utilizzando anche solo un 25% di Pinot Nero, un’altra importante differenza è data se i vigneti non sono collocati nel resto della zona vinicola bresciana, che pur può contare su aree dove il Pinot nero si esprime magnificamente, bensì in quel mondo a parte, il più antico affioramento della pianura padana, che corrisponde al nome di Monte Orfano, quel rilievo isolato che si estende nei territori dei comuni di Coccaglio, Cologne, Erbusco e Rovato per una lunghezza di oltre cinque chilometri. Il Monte Orfano è dotato di una particolare geologia e di un particolare microclima, che influenzano la personalità dei vini che vengono qui prodotti.

Tornando al nostro interrogativo di partenza, hanno un colore i Rosè che qui vengono prodotti, meno carico, più delicato, più rosato, cn una particolare brillantezza che si apprezza non appena la si versa nel bicchiere.

L’ennesima conferma di questa evidenza e di questa particolarità dei Franciacorta Rosè del Monte Orfano l’ho avuta nel corso di una recente visita ad una delle aziende più note dell’area, la Castello Bonomi in territorio Coccaglio, già di proprietà della famiglia Bonomi da inizio Novecento, e dal 2008 è entrata a far parte del celebre gruppo veneto Paladin, produttore di vini nell’ambito della grande Doc e ora anche Docg Lison Pramaggiore.

L’azienda dispone di 24 ettari di vigneto, ben cinque sono destinati al Pinot Nero, il resto a Chardonnay in larga parte posti su terreni terrazzati sui gradoni del Monte Orfano, vigneti i più vecchi dei quali risalgono a metà anni Ottanta, epoca in cui ha inizio la produzione di metodo classico, terreni con i suoli in larga parte calcarei, che rappresentano diverse tipologie di terreno e diverse vocazionalità.

Franco Ziliani